L'Iliade di Omero
(traduzione di Vincenzo Monti)
Cantami o Diva, del Pelide Achille,
l'ira funesta che infiniti addusse
lutti agli Achei, molte anzitempo all'Orco
generose travolse alme d'eroi,
e di cani e augelli orrido pasto
lor salme abbandonò (così di Giove
l'alto consiglio s'adempia), da quando primamente disgiunse aspra contesa
il re de'prodi Atride e il divo Achille.
PARAFRASI
O dea, raccontami in versi, l'ira portatrice di morte di Achille, figlio di Peleo, che causò moltissime morti tra gli Achei, gettò nell'aldilà prima delle tempo le anime di molti eroi coraggiosi, e abbandonò i loro cadaveri perché fossero il pasto terrificante di cani e uccelli (si compiva così il volere di Giove), da quando per la prima volta un violento litigio divise il figlio di Atreo Agamennone, re dei coraggiosi ie il divino Achille.